Omelia del Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Visvaldas Kulbokas, durante la preghiera dei Vespri al Santuario di Zarvanytsia

Santuario di Zarvanytsia, 15 luglio 2023

Vostra Beatitudine Sviatoslav

Vostra Eminenza il cardinale-eletto Americo Aguiar

Eccellentissimi Vescovi

Cari giovani

Per tutti noi Zarvanytsia è il luogo di pellegrinaggio e di conversione, e luogo della Madre di Dio e di Fonte di acqua miracolosa.

L’acqua miracolosa si addice molto bene a questo santuario, perché l’acqua significa vita e gioia. L’acqua è pulita e fresca, e ci dà la salute.

Il nostro rapporto con la Madre di Dio deve essere simile a questa fonte di acqua viva: un rapporto rinfrescante, dissetante. Qualcosa che riempie l’anima, ci rinvigorisce e ci ispira. 

Questa sera vorrei condividere con voi un’esperienza che ho avuto all’età di 16 anni a casa, in Lituania. In quel periodo andavo in chiesa le domeniche, ma non pregavo mai fuori della chiesa. Un giorno una signora di nome Regina che io conoscevo bene perché eravamo membri di un piccolo gruppo filosofico, mi ha chiesto: “Ma tu, hai la tua preghiera personale?”

Fino a quel momento, non avevo mai sentito una domanda del genere dai sacerdoti, dai quali mi confessavo, ma l’ho sentito da questa signora laica. Io le ho risposto: “No, prego solo in chiesa, durante la Messa”.

Lei ha continuato: “Però, conosci le preghiera?”

Le ho risposto: “Sì, so come bisogna pregare il Rosario, ma non l’ho mai pregato da solo”.

La signora Regina ha proseguito: “So che oggi sei solo a casa, allora potresti usare il tempo per pregare”. – E io le ho promesso.

Circa un’ora più tardi, stavo adempiendo la promessa. L’inizio della preghiera è stato molto semplice, ma poi è venuta la noia e la fatica. Stavo pregando guardando l’orologio e aspettando di terminare al più presto la preghiera. 

Peraltro, stavo pregando tutto il Rosario, perché ero convinto che non si può pregare solo un mistero oppure solo alcuni misteri, ma bisogna pregarlo necessariamente tutto (Non è vero, ma avevo capito così in quel momento). Quindi, la preghiera è durata più o meno 45 minuti. Ma proprio verso la fine della preghiera è successa una cosa bellissima: di colpo, ho capito nel mio cuore che cos’è la preghiera personale. Era come una sorpresa, ma molto bella. Mi sono detto: “Ecco che cos’è la preghiera!”. Non so spiegare o descrivere quel momento con precisione, ma si è trattato di un’esperienza interiore. In quel momento ho capito che la vera preghiera è la preghiera del cuore, quella che si nasconde dietro alle parole che io stavo recitando.

Lì, in quella preghiera, c’è il fondamento di tutta la mia preghiera personale, ed anche della mia vocazione sacerdotale. Vedete: una sola preghiera può cambiare la vita!

La Vergine Maria, Madre di Dio, anche Lei assomiglia a questa Fonte di vita nascosta dietro alle cose e alle parole semplici. Se il pellegrinaggio lo facciamo solo con le parole, è una cosa. Ma quando il nostro cuore si accende di amore per la nostra Madre celeste, in quel momento si apre quella fonte di grazia che ci riempie di tanti doni divini. A volte è sufficiente una sola esperienza di questo tipo per tutta la vita, tanto essa è bella ed importante.

La Madre di Dio ha scelto Zarvanytsia come luogo di incontro e come luogo della fonte di acqua miracolosa. Ma dentro queste due cose bellissime, cioè quando qui a Zarvanytsia desideriamo non soltanto trovare l’acqua e il santuario, ma Lei stessa, la Vergine Maria, allora siamo sul cammino buono per trovare tutto il senso più profondo del nostro pellegrinaggio. In quel momento la grazia divina rischia persino di “esplodere” nel nostro spirito, al punto che non possiamo più trattenerci dentro, ma vogliamo condividere questa gioia con gli altri, cantare, evangelizzare, pregare, lavorare.

Madre di Dio, oggi ti vogliamo incontrare noi tutti.

Ti vogliamo affidare la nostra Ucraina che si sta difendendo dall’aggressione russa.

Ti vogliamo affidare i bambini deportati, i bambini rimasti senza genitori, i bambini feriti, i bambini traumatizzati.

Ti vogliamo affidare i militari, i volontari e i cappellani militari sul fronte, perché Tu, Madre di Dio, li aiuti e li protegga.

Ti vogliamo affidare tutti i prigionieri: militari e civili, e i Padri redentoristi Ivan e Bohdan, che già 8 mesi fa sono stati fatti prigionieri a Berdyansk.

Ti vogliamo affidare la Chiesa, Papa Francesco, Sua Beatitudine Sviatoslav, i nostri Vescovi e Sacerdoti, Religiosi e Religiose, Catechisti e noi stessi. 

Senza di te noi siamo deboli, Madre nostra. Ma con te siamo forti!

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