Saluto del Cardinale Sandri ai giovani a Zarvanytsia

Saluto del Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ai giovani giunti in pellegrinaggio al Santuario di Zarvanytsia, sabato 15 luglio 2017 A.D.

 

  1. Scrivo a voi, o giovani, scrivo a voi o figli, che avete vinto il mondo e custodite la parola!
    Come l’apostolo Giovanni nella sua prima lettera, così mi rivolgo qui quest’oggi, cari giovani, certo che siate anche voi come quelli descritti dall’Evangelista. Da cosa desumo questa certezza? Sempre nella scrittura, il profeta Isaia dice che “anche i giovani si affaticano e si stancano, ma quanto confidano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come di aquile”. Voi siete giunti a questo santuario percorrendo diverse strade a piedi, per onorare la Tutta Santa Madre di Dio, Maria Santissima, che è anche Madre della Chiesa e di ciascuno di noi. Avete faticato, ma i vostri passi non si sono fermati. Avreste avuto mille motivi per stare a casa: esternamente, il caldo estivo e la fatica del cammino, ma anche e soprattutto quelli interiori. Le domande e i dubbi: “perchè devo mettermi sulla strada a marciare come un pellegrino, quando vedo intorno a me tante sofferenze, tante fatiche, legate alla possibilità di costruire un futuro, attraverso un lavoro, una certa stabilità economica per poter sostenere la nascita di una famiglia e dei figli? Perchè credere in Dio, quando vedo intorno a me tanta violenza, quando sento i rumori della guerra, quando i passi che sono chiesti ad alcuni di voi sono quelli del mettersi in marcia come soldato? Perchè fidarsi ancora, quando sembra che non possa essere arrestata una mentalità corrotta, l’attaccamento al potere vissuto come tornaconto personale più che nell’interesse della collettività e nella costruzione del bene comune?
  1. Che risposta posso offrirvi? Parole di consolazione? Io vi dico semplicemente: guardatevi, come stiamo facendo noi qui dal palco, vedete i vostri visi stanchi forse, ma contenti. Il vostro mettervi in cammino e l’esser giunti fino a qui sono la risposta che il vostro cuore e la vostra vita hanno dato ad ogni dubbio e ad ogni domanda, che può sorgere nei giovani come negli adulti. Il mettersi in cammino è l’atteggiamento giusto del cuore e della vita, ed è anche il più ragionevole. Ci si mette in cammino con la mente, imparando a studiare e riflettere, coltivando l’intelligenza per imparare a discernere ciò che accade intorno a noi e nel mondo. Pensate alla Vergine di Nazareth, dopo l’annuncio dell’angelo: ha ricevuto un dono grande, e per questo è entrata in dialogo con l’angelo, ha voluto capire di più, ha voluto capire meglio. Ha obbedito, sì, prestando ascolto, ma non ha rinunciato al suo desiderio di comprendere: per questo ha domandato “come accadrà questo, poichè non conosco uomo!”. Ma la sua domanda è diventata anche il motore per non restare chiusa in se stessa, ma anzi per uscire, per andare dalla cugina Elisabetta: lei la avrebbe aiutata a capire, perchè secondo l’annuncio dell’angelo stava diventando madre anche lei, in modo umano certo – a differenza di Maria – ma tuttavia in una modalità che corrispondeva al dono di Dio, perchè ormai era troppo avanti con gli anni. L’incontro con Elisabetta è una occasione preziosa per Maria, tanto è vero che proprio lì la Vergine Maria esplode nel canto di gioia di quello che noi chiamiamo il Magnificat.. che è il canto dei poveri di Israele, di quelli che nonostante tutto hanno continuato a credere che il Signore non si sarebbe dimenticato delle sue promesse, anche se c’era l’oppressione. E nel canto di Maria c’è la grande saggezza di chi impara a fidarsi di Dio perchè contempla le grandi cose che Lui ha fatto lungo la storia e che continua a fare ora. Lo stesso luogo in cui ci troviamo, questo famoso e bel santuario, fa parte della storia di fede dei fedeli greco-cattolici ucraini, e ci invita a imparare a conoscere la nostra tradizione e a scoprire come Dio oggi continua a starci vicino e a renderci partecipi e protagonisti dell’opera della salvezza che Egli sta continuando a compiere anche per il vostro popolo. La fede dei piccoli e dei semplici che come Maria continuano a sperare contro ogni speranza è lo strumento prezioso con cui Dio continua ad entrare nel mondo oggi e a salvarlo. Vado col cuore a quanto ho vissuto nella vostra terra in questi giorni: le celebrazioni, ma anche le visite e gli incontri fatti nella zona orientale, tanto provata dai combattimenti che hanno costretto alla fuga tanti dei vostri fratelli e sorelle. Ho visto il dolore, ma anche tanti segni di speranza, come tante fiammelle che pian piano accendono un grande fuoco: penso ai gesti di accoglienza e carità, al bene ricevuto anche grazie alla colletta per l’Ucraina voluta dal Santo Padre Francesco, a quegli sfollati che hanno iniziato a darsi da fare tramite la Caritas per alleviare il dolore e le privazioni di altri che si trovavano nella loro stessa situazione. Non dimentico il dolore e la speranza testimoniata da alcuni sacerdoti, greco-cattolici e latini, alcuni dei quali negli anni del comunismo sovietico hanno subito il carcere e la deportazione, o nei recenti episodi di guerra che hanno insanguinato la vostra terra si sono messi a proteggere e a salvare quanti più potevano ed erano in pericolo. Ma per voi, ragazzi e ragazze, che navigate sui mezzi di comunicazione, vi invito a andare a vedere i volti dei bambini e dei volontari di un centro di educazione cristiano in Pakistan – nazione dove i nostri fratelli soffrono ancora di più a motivo della loro fede in Gesù – il Jeremiah Educational Center a Faisalabad, e guardarli quando ogni giorno compiono un gesto di carità o si fermano a pregare il rosario per far arrivare l’abbraccio di Gesù e il loro al piccolo Charlie Gard e alla sua famiglia in Inghilterra. L’esercizio dell’intelligenza per comprendere il presente, la preghiera, la carità e la solidarietà sono i modi in cui anche voi vi potete mettere in cammino, come Maria, facendovi pellegrini sulle strade della vita e di questo mondo che tanto ha bisogno della vostra forza e del vostro entusiasmo. Sentite vicino Papa Francesco, che mi ha personalmente incaricato di portarvi il suo affetto e la sua benedizione: molti di voi lo hanno incontrato e ascoltato a Cracovia alla giornata mondiale della Gioventù dello scorso anno. Vi invito a nome suo a leggere e meditare il messaggio che egli ha scritto questo anno esortandovi a camminare verso la prossima tappa a Panama, nel 2019: vi chiede di proseguire i vostri passi non solo facendo memoria del passato, ma avendo anche coraggio nel presente e speranza per il futuro, a riconoscere le vostre origini, per ritornare sempre all’essenziale e lanciarsi con fedeltà creativa nella costruzione di nuovi orizzonti. Siate luce e sale di questa terra, e non rassegnatevi a pensare che le cose non si possono cambiare. Cambiate la società, dove spesso domina il più forte e la corruzione, attraverso un cuore puro, fedele a Dio, fedele all’umanità più autentica. Lasciate che l’olio della consolazione di Dio lenisca le ferite interiori di tanti, e permettetemi un pensiero per quelle giovani donne, che a causa dell’indigenza, attraverso la promessa di un guadagno facile, hanno accettato di portare in grembo un figlio attraverso la maternità surrogata. Una pratica terribile, sulla quale in tanti paesi sta crescendo la sensibilità perchè venga messa al bando. Soprattutto a quelle di loro che sentono ora il dolore per quel figlio “transitato” nel loro corpo, e a quelle che hanno vissuto il dramma e il peccato dell’aborto, preghiamo che sentano il desiderio della carezza della misericordia di Dio e impegniamoci però per un nuovo sussulto di difesa della dignità della donna e dei bambini da ogni forma di traffico e sfruttamento.
  1. Aiutate i vostri pastori nel cammino di preparazione al Sinodo dei Vescovi che Papa Francesco ha convocato a Roma nell’ottobre del 2018 proprio per riflettere sulla realtà di voi giovani e sulla vostra vocazione: ricordate quanto vi scrive il Santo Padre: “Le cose si possono cambiare? SI. Questo grido nasce dal vostro cuore giovane che non sopporta l’ingiustizia e non può piegarsi alla cultura dello scarto, nè cedere alla globalizzazione dell’indifferenza! Ascoltate quel grido che sale dal vostro intimo! Anche quando avvertite, come il profeta Geremia, l’inesperienza della vostra giovane età, Dio vi incoraggia ad andare dove Egli vi invia: Non aver paura, perchè io sono con te per proteggerti”. Così sia. Ora vi lascio al dialogo con Sua Beatitudine Sviatoslav, affidandovi alla protezione della Vergine Maria. Grazie
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