Il cordoglio del Nunzio Apostolico per il decesso del Vescovo Milan Šášik, C.M.
Pubblichiamo, di seguito, il messaggio che il Nunzio Apostolico, S.E.R. Mons. Claudio Gugerotti, ha indirizzato a S.E.R. Mons. Nil Yuriy Lushchak, O.F.M., per il decesso di S.E.R. Mons. Milan Šášik, C.M., avvenuto lo scorso 14 luglio:
Eccellenza Reverendissima,
A causa delle restrizioni che il personale diplomatico della Santa Sede deve rispettare per la pandemia in corso, nessun rappresentante della Nunziatura Apostolica potrà essere presente fisicamente alle esequie del caro confratello, il Vescovo Milan, prematuramente e in modo per noi inatteso, scomparso ai nostri occhi terreni.
A queste righe affido dunque i sentimenti che mi animano in questo momento.
Eccellenza, Lei ha messo in chiara luce un aspetto dominante del carattere e della vocazione del Vescovo Milan, che lo ha reso particolarmente amato: la sua paternità, cioè il suo amore di pastore che lo ha portato ad esercitare un ministero totalmente imprevisto nella sua vita. La Chiesa di rito bizantino a Mukachevo aveva bisogno di un padre: ed egli accettò di esserlo, al di là della provenienza nazionale e del rito in cui era nato ed aveva servito. Si è fatto tutto a tutti per salvare tutti. Figlio di quella Congregazione della Missione, la cui opera a favore delle persone più emarginate onora anche oggi la Chiesa in Ucraina, egli aveva accettato di operare per molti anni nella Nunziatura Apostolica, lasciandovi un ricordo di stima e riconoscenza, del quale io, come i miei predecessori, sono grato testimone.
In seguito la Provvidenza lo chiamò ad identificarsi con l’illustre Eparchia di Mukachevo di rito bizantino, ed egli lo fece con slancio e generosità, senza mai risparmiare forze e salute per il solo bene delle anime.
Giustamente Lei ha ricordato, Eccellenza, quanto egli abbia fatto per la crescita di questa Sposa, alla quale il Signore Gesù lo aveva indissolubilmente legato. Lo fece nonostante difficoltà non lievi, ma sempre con entusiasmo apostolico.
E questo non per semplice attivismo, ma perché, sentendosi amato dal suo Signore, voleva rispondere alla chiamata di coinvolgere altri, tutti i figli a lui affidati, in quello stesso amore.
Mi ha colpito e commosso che, prima di recarsi all’ospedale per l’ultima volta, abbia chiesto che gli fosse conferito il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Evidentemente egli intuiva che il Signore lo avrebbe presto chiamato a Sé. Con la sua consueta spontaneità e immediatezza, volle rimettersi nelle Sue mani e così spirò, con la discrezione e semplicità che aveva contraddistinto la sua esistenza, quasi per non recare disturbo a nessuno. Al suo arrivo nella casa di Dio certamente gli è venuto incontro il vostro beato martire, il vescovo Teodor Romzha, vanto di questa terra e potente protettore di tutti voi.
Oggi il Santo Padre Francesco si unisce al pianto Suo, Eccellenza, a quello dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose, di quanti seguono in questa Eparchia il Cammino Neocatecumenale, di tutti i fedeli, senza differenze, che egli ha sentito parte della sua stessa vita.
Nello stesso tempo il Papa si unisce a quella certezza della Risurrezione, che costituiva lo stimolo all’azione e alla ferma speranza del Vescovo Milan.
A questi sentimenti di sofferenza ma anche di piena fiducia nel Signore della vita mi unisco io e tutti i collaboratori della Rappresentanza Pontificia in Ucraina.
Padre Vescovo Milan, avevi tanti progetti per il popolo di Dio a te affidato: dall’alto aiuta tutti a portarli a compimento, sii vicino tu e dona la vicinanza di Dio Padre a tutti coloro che si sentono orfani di te.
Noi confidiamo e preghiamo intensamente perché tu, purificato dalle umane debolezze dal fuoco d’amore di Cristo, il cui olio hai voluto segnasse il tuo corpo e la cui grazia si imprimesse nella tua anima, sia accolto nell’abbraccio del Padre e sia consolatore e intercessore per tutti i fedeli di questa Eparchia, nelle non facili circostanze della loro vita ma anche nelle ricchezze della loro varietà.
A tutti loro il Santo Padre imparte di cuore la Benedizione Apostolica, pegno di consolazione, di vicinanza affettuosa e di profonda stima.
Вічна пам’ять, Владико!
16 luglio 2020.
+ Claudio Gugerotti
Nunzio Apostolico in Ucraina