Omelia pronunciata dall’Arcivescovo Visvaldas Kulbokas, Nunzio Apostolico in Ucraina, durante la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di San Nicola a Kyiv il 6 dicembre 2021
La prima lettura odierna inizia con le parole:
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.
Che cosa è quel deserto e che cos’è la terra arida?
Certamente, ci sono tanti deserti fisici e tante terre arride, e nessuna è dimenticata dal Signore. Perché egli è il Creatore di tutto.
Ma sappiamo bene che per il Signore è più importante la sua Chiesa. E qui noi, come membri della Chiesa cattolica, ci rendiamo conto dei numerosi deserti e numerose povertà che abbiamo. La stessa Chiesa di San Nicola, che è stata consacrata esattamente il 6 dicembre di 112 anni (nel 1909), fa parte del deserto. Venti anni fa, nel giugno del 2001, quando Papa San Giovanni Paolo II ha visitato l’Ucraina e questa Chiesa, Egli ha ricevuto le promesse del Governo ucraino che, il prima possibile, questa Chiesa sarebbe stata restituita alla Parrocchia cattolica. A quella promessa si aggiungono tante altre, date alla comunità cattolica anche in questi ultimi anni, nel 2020 e nel 2021. L’essere umano può dimenticare tutto, ma Dio non dimentica niente! Quindi, anche se i nostri occhi fisici vedono tuttora un deserto senza frutti, gli occhi divini vedono molti semi e molti fiori seminati. Questi semi sono, prima di tutto, le nostre preghiere, con le quali chiediamo la grazia divina di avere un tempio dignitoso, dove poter lodare il Signore. Alle preghiere si aggiunge il lavoro di tante persone, a cominciare dai sacerdoti e fedeli di questa Parrocchia, insieme al Vescovo Vitalii, proseguendo con lo sforzo di tutti i benefattori in Ucraina e all’estero, e, infine, di tutti coloro nel Governo del nostro Paese, Ucraina, si sforzano sinceramente a portare a compimento le promesse date. Ma, perché tutti questi sforzi possano dare frutto atteso, e possano fiorire tanti fiori nel nostro deserto, è necessaria la grazia del Signore.
Precisamente, la Festa di oggi è per noi un’occasione per implorare quella grazia del Signore di cui abbiamo tanto bisogno. E perché questa supplica sia efficace, desideriamo ricordare i fondamenti principali della nostra preghiera:
PRIMO. La nostra preghiera vuole essere umile. A causa dei nostri peccati e della piccolezza della nostra fede, Signore, non siamo degni di avere nelle nostre mani questo Tempio. Per cui, sii misericordioso, cambia i nostri cuori, perché il nostro spirito cerchi soprattutto Te, nostra Salvezza, sopra ogni altra cosa. Inoltre, Signore, aumenta la nostra fede, perché sia una fede viva ed efficace, vissuta con donazione di sé, con coraggio e con la testimonianza di pace, di gioia e di speranza ai nostri fratelli e sorelle e a tutta l’Ucraina.
SECONDO. La nostra preghiera vuole essere seria. Il nostro Signore non è una statua, non è un idolo che non sente i nostri pensieri e le nostre parole. No, tutto il contrario! Egli sente tutto! Per cui, la preghiera è una vera arma spirituale, più potente di ogni altra cosa. E se tra le nostre mani abbiamo questa arma della fede, con tutto il cuore desideriamo usarla qui, nel cospetto del Signore Gesù.
TERZO. La nostra preghiera vuole essere fiduciosa. Siccome già nella prima lettura il Signore ci promette di dare la gloria del Libano e lo splendore del Carmelo, noi sappiamo che la nostra preghiera non è soltanto nostra! É lo stesso Gesù che prega per noi e per il nostro tempio, perché è lui che vuole manifestarsi di fronte a noi con tutta la dignità che gli spetta. Come l’Eucaristia non appartiene a noi, ma è il Sacrificio di Gesù che noi, indegni servi del Signore, siamo invitati a concelebrare con il Signore, così anche il Tempio non appartiene a noi, ma a Dio Creatore. Per questo motivo, la nostra preghiera non ha dubbi ma è piena di certezza: quando preghiamo per questa Chiesa di San Nicola, stiamo chiedendo qualcosa che in realtà appartiene al Signore.
QUARTO ed ultimo aspetto. La nostra preghiera vuole essere paziente. Lo stesso Signore Gesù ha atteso anni e anni prima di farsi uomo. Egli ha atteso il momento indicatogli dal Padre, ed ha atteso di avere Maria come Madre e Giuseppe come Protettore, per poter nascere in una Famiglia pronta ad accoglierlo con fede. Così anche noi desideriamo essere molto pazienti, sapendo che il Signore lavora senza stancarsi, e semina in segreto nel deserto ogni nostra preghiera, digiuno ed opere buone.
A questo punto, dopo avere riflettuto su questo nostro Tempio, la Chiesa di San Nicola, facciamo un altro passo spirituale, che è ancora più importante.
Come cristiani, noi sappiamo molto bene che, ancora più delle cose esterne, il Signore desidera vedere la conversione dei nostri cuori.
L’opposto del cuore convertito è il cuore duro. Il cuore è duro non soltanto quando si oppone direttamente a Dio o alle opere buone, ma anche quando è incredulo. Il cuore duro è incapace di riconoscere la forza di Dio come una grazia presente qui, nella nostra vita.
Qui ci viene in aiuto il brano del Vangelo che abbiamo letto oggi, dove Gesù mostra molto chiaramente di essere in grado di perdonare i nostri peccati. I cuori increduli che stavano intorno a Gesù hanno pensato: no, non è possibile che Gesù possa pulire le nostre anime. Solo Dio può perdonare i peccati.
E invece Gesù è come se dicesse: proprio quel Dio che voi pensate di essere molto lontano da voi, è qui, molto vicino a voi, anzi con voi!
Anche i nostri cuori possono essere increduli, perché tante cose spirituali ci possono sembrare impossibili. É difficile correggere tanti peccati segreti che abbiamo nei nostri spiriti, tante abitudini, pigrizie, tanti pensieri, desideri, egoismi. Ma Gesù è capace di purificarci, di cambiarci. Per fare questo miracolo, di una sola cosa egli ha bisogno: di nostra fede, con la quale noi diciamo a Gesù: Sì, Signore, voglio essere guarito!
Quindi, con l’aiuto del Santo Vescovo Nicola, noi ripetiamo la preghiera che abbiamo recitato all’inizio di questa Messa:
Imploriamo umilmente la tua misericordia, o Signore: per intercessione del santo vescovo Nicola salvaci da tutti i pericoli, perché procediamo sicuri sulla via della salvezza.
Proprio così, Signore: salva la tua Chiesa e salva tutti noi da tutti i pericoli – guerre, malattie, pigrizie e peccati – per poter camminare con sicurezza verso la nostra salvezza! Amen.